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venerdì 21 giugno 2013

Una Stanza Piena Di Sogni di Ruta Sepetys - Recensione

Dopo la forza travolgente di Avevano spento anche la luna, Ruta Sepetys torna con un romanzo ancora più potente, che colpisce dritto al cuore.«Booklist»

Il ritorno di Ruta Sepetys è segnato da un romanzo intenso sul potere dei desideri. Una stanza piena di sogni, edizioni Garzanti, è una storia che parla al lettore di scelte difficili e svolte coraggiose, di fughe e speranze, di bisogno di amore e voglia di sognare. La protagonista del romanzo è Josie Moraine, una giovane ragazza di diciassette anni che non ha mai conosciuto l’emozione di una carezza, di un abbraccio. Sua madre è una prostituta e da sempre ha trattato la piccola Josie come un’estranea:

“Mia madre è una prostituta. Non una di quelle volgari, che battono il marciapiede. In realtà lei è piuttosto carina, abbastanza raffinata e ha dei bei vestiti. Ma va a letto con gli uomini in cambio di soldi o regali e, stando a quel che dice il vocabolario, ciò fa di lei una prostituta. Cominciò a lavorare nel 1940, quando io avevo otto anni e ci trasferimmo da Detroit a New Orleans. Prendemmo un taxi e andammo dritti dalla stazione a un albergo di lusso in St Charles Avenue. Mia madre conobbe un tizio di Tuscaloosa nella hall, mentre beveva un drink. Mi presentò come sua nipote e gli raccontò che mi stava portando da sua sorella. Continuava a farmi l’occhiolino e mi sussurrò che mi avrebbe comprato una bambola se le avessi retto il gioco e l’avessi aspettata”

Il romanzo è ambientato a New Orleans che, a detta della stessa autrice, è una città “diversa da qualsiasi altra in America. È piena di segreti, porte e angoli bui..c’è una storia in agguato dietro ogni angolo.

Qui, a New Orleans, Josie cresce e da sempre custodisce un segreto, un luogo speciale tutto suo: la stanza sopra la libreria del quartiere, dove lavora. In quella stanza la piccola si rifugia nei ritagli di tempo, è qui che passa il tempo libero delle sue giornate. Ed è qui, che tra le pagine di Charles Dickens, Jane Austen e Francis Scott Fitzgerald, immagina un futuro lontano, un domani diverso.

Non le pare vero di incontrare un giorno, in quella libreria, un uomo bello e misterioso, Hearne che ha la passione per Keats, il giovane poeta inglese di un romanticismo sconfinato, Hearne ama la sue poesie e Josie, per la prima volta, crede che il sogno di una vita potrebbe davvero diventare realtà. Hearne non è come gli altri, non è come i ragazzi che ha conosciuto finora, è tanto premuroso, le chiede come sta ed è un po’ come aver ritrovato un padre che non ha mai avuto. Ma Hearne rimane per Josie solo un sogno, l’ennesimo, quando sembra tutto possibile, infatti, l’uomo viene ucciso e ad essere accusata dell’omicidio sarà proprio la madre della ragazza. Josie sarà posta così davanti a un bivio, a una scelta: scegliere tra la donna che non le ha mai dato amore e la fuga. Josie può gettare finalmente la paura alle spalle e spiccare il volo, perché a volte si può imparare a volare, anche se nati con le ali spezzate.


a cura di V.G.

mercoledì 24 aprile 2013

Avevano Spento Anche La Luna di Ruta Sepetys - Recensione


La trama e le recensioni di Avevano spento anche la luna, romanzo di Ruta Sepetys edito da Garzanti. Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. È l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscirà a sopravvivere, onererà per mezzo dell'arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia. Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei più terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Venduto in ventotto paesi, appena uscito in America è balzato in testa alle classifiche del «New York Times». Definito all'unanimità da librai, lettori, giornalisti e insegnanti un romanzo importante e potente, racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto è perso. 

Ruta Sepetys è nata in Michigan, da una famiglia di rifugiati lituani. Non ha mai dimenticato le sue origini e la storia della sua famiglia. Per questo è andata in Lituania, nel tentativo di recuperare la memoria paterna. Per scrivere Avevano spento anche la luna le ricerche sono state impegnative e l'hanno portata a visitare i campi di lavoro in Siberia e a conoscere storici e tantissimi sopravvissuti, che l'hanno aiutata a descrivere i particolari più importanti di quel passato di atrocità.

A cura di V.S.