Anni ’60, una giovane coppia,
all’apparenza felice e affiatata, si prepara ad avere un bambino. Un lungo
monologo, quello che Fabrizio dedica alla moglie, ci trascina invece dietro la
maschera borghese e artefatta di un legame tra sconosciuti.
Dal sapore agrodolce, Questa specie d’amore disegna, con toni
netti e raramente tenui e miserevoli, la solitudine che c’è dietro ogni scelta
troppo pensata; la precarietà delle emozioni schiacciata dagli ingranaggi
sociali; l’insicurezza umana, talvolta radicata nella storia dell’individuo, che
spinge ad accettare qualsiasi compromesso pur di sentirsi amati e meno soli.
Bevilacqua ritorna a parlarci di
scelte esistenziali, di emozioni delicate e di rapporti problematici.
Nemmeno nel sogno c’è libertà,
questa la condizione del protagonista, che in una esplosione vulcanica di
dolore e di speranze non ancora assopite, ripercorre la sua esistenza, la
detesta, ma la vita gli darà la forza di riprovare, di reinventarsi, di
stabilire con sua moglie un’armonia diversa, una nuova specie d’amore.
Romanzo imprevedibile, Questa
specie d’amore non è una storia come tante: mai nessuna ci ha aperto uno
spiraglio così forte e coraggioso sulle possibilità e sulle stravaganze
dell’amore.a cura di Luigia Cristofaro
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