martedì 9 luglio 2013

13 Suggerimenti di Scrittura di Chuck Palahniuk


13 Suggerimenti di Scrittura
tradotto da Armando Liccardo

fonte:
http://chuckpalahniuk.net/features/essays/chuck-palahniuk


20 anni fa un'amica ed io camminavamo a Natale a Portland. Grandi magazzini: Meier & Frank... Fredrick and Nelson... Nordstroms... le loro immense vetrine ciascuna con una scena carina: un manichino vestito o una bottiglina di profumo al centro di neve finta. Poi le vetrine del negozio J.J. Newberry, cavolo, erano ricolme di bambole, orpelli, spatole, set di cacciaviti, aspirapolveri, grucce di plastica, criceti, fiori di seta e caramelle - esagerato. Ciascuno di questi differenti oggetti era prezzato con un cerchio di cartoncino rosso sbiadito. Una volta fermi, la mai amica, Laurie, dà un'occhiata e mi dice: "La loro filosofia di vetrina dev'essere: Se la vetrina non ti sembra carina - mettici dentro qualcos'altro."

Proferì il commento giusto al momento oppurtono, e l'ho ricordato per vent'anni perchè mi fece ridere. Quelle altre vetrine... certamente erano carine e di stile, ma non ho un ricordo chiaro di come erano preparate.

In questo saggio, il mio scopo è "metterci dentro dell'altro". Per mettere insieme una sorta di calza della befana di idee, con la speranza che qualcosa risulti utile. O come impacchettare doni per i lettori, metterci una caramella, uno scoiattolo, un libro, qualche giochino ed una collana, sperando che tanta varietà possa garantire che se anche qualcosa sia completamente inutile, qualcos'altro risulti perfetto.

Numero 1:
Due anni fà, quando ho scritto il primo di questi saggi, riguardava il mio metodo di scrittura "metodo del timer del forno". Non hai mai letto quel saggio, ebbene ecco il metodo: Quando non vuoi scrivere, setta il timer del forno per circa un'ora (o mezz'ora) e siediti fino a quando non suona. Se ancora non hai voglia di scrivere, dopo un'ora sei comunque libero di fare altro. Ma solitamente, dal momento che il timer suona, sarai talmente preso dal tuo lavoro che non vorrai fermarti. Invece del timer del forno, puoi mettere un bel pò di panni nella lavatrice e usarne il timer per misurare il tuo lavoro. Alternare, il pensieroso lavoro di scrittura con quello spensierato del lavaggio dei panni farà in modo da creare le interruzioni necessarie per nuove idee. Se non sai cosa avverrà nella tua storia... pulisci il bagno, cambia le lenzuola, per Dio, spolvera il computer. L'idea giusta verrà.

Numero 2:
I tuoi lettori sono più intelligenti di quanto credi. Non aver paura di testare schemi e variazioni temporali. La mia teoria personale è che i lettori più giovani disdegnano molti libri, non perchè essi siano più sutpidi di quelli del passato, ma perchè il lettore di oggi è al contrario più acuto. I film ci hanno resi molto più sofisticati circa la narrazione. E questi lettori sono molto più difficili da scioccare di quanti s'immagini.

Numero 3:
Prima di sederti a scrivere una scena, ripassala in mente così che il suo scopo ti sia chiaro. Quali saranno i set-up iniziali? Quali istituire per le scene successive? In che modo questa scena porterà avanti la trama? Mentre lavori, guidi, fai esercizio, tieni a mente solo queste cose. Non appena hai qualche idea, annotala. E solo quando hai deciso l'ossatura della scena - allora, siediti e scrivila. Non andare vicino a quel polveroso e noioso computer senza un'idea chiara. E non far spulciare al tuo lettore una scena in cui non accade nulla.

Numero 4:
Sorprenditi. Se riesci a portare - o a farti portare - in un luogo che ti fa impazzire, allora sorprenderai anche il lettore. Nel momento in cui vedrai ogni sorpresa ben pianificata, è probabile che, la vedrà anche il lettore sofisticato.

Numero 5:
Quando si è in difficoltà, si torna indietro a leggere le scene precedenti, alla ricerca di personaggi o dettagli da risuscitare come "pistole sepolte". Al termine della scrittura di Fight Club, non avevo idea di cosa fare con il palazzo degli uffici. Ma rileggendo la prima scena, ho trovato un commento buttato li su come mescolare nitro con paraffina, un metodo opinabile per la fabbricazione di esplosivi. Sciocchezze a parte (... la paraffina non ha mai funzionato per me...) ecco la perfetta "pistola sepolta" da resuscitare alla fine e salvare il culo alla narrazione.

Numero 6:
Usa la scrittura come scusa per dare un party ogni settimana - anche se gli si dà il nome di "seminario". Tutto il tempo passato tra altre persone che amano e supportano la scrittura bilancerà tutto quello passato da soli a scrivere. Anche se un giorno venderai un tuo lavoro, nessuna somma di danaro compenserà il tempo passato da soli. Perciò prediti il tuo guadagno, fassì che la scrittura sia una scusa per stare in mezzo alla gente. Quando giungerai al termine della tua vita - fidati, non guarderai indietro per gustare i momenti in solitudine. 

Numero 7:
"Non Sapere". Questo piccolo avviso è passato per centinaia di personaggi famosi, da Tom Spanbauer a me, e ora a te. Più tempo s'impiega a dare forma ad una storia, migliore sarà la forma finale. Non forzare la fine della storia o del libro. Tutto ciò che devi sapere riguarda la scena successiva, o al massimo lo prossime due-tre. Non devi sapere in ogni momento quale sia la fine, infatti, se lo sai sarà noiosissimo. 

Numero 8: 
Se hai bisogno di più libertà per la tua storia, abbozza, cambia i nomi dei personaggi. I personaggi non sono reali, e non sono te. Cambiando arbitrariamente i loro nomi, otterrai quella distanza necessaria per torturare realmente un personaggio. O peggio, cancellalo, se la storia lo richiede. 

Numero 9: 
Ci sono tre tipi di discorso - Non so sè è una cosa VERA, ma l'ho sentito dire in un seminario e la cosa aveva senso. I tre tipi sono: Descrittivo, Istruttivo ed Espressivo. Descrittivo: "Il sole si levò alto...". Istruttivo: "Camminare, non correre...". Espressivo: "Ouch!". Molti scrittori di romanzi ne usano solo uno - al massimo due. Quindi usali tutti, mischiali, è come la gente parla. 

Numero 10: 
Scrivi il libro che vorresti leggere.

Numero 11:
Scattati le foto da copertina del libro ora che sei giovane. E conserva i negativi ed i diritti di copyright. 

Numero 12:
Scrivi solo di cose che ti piacciono. Sono le uniche cose che vale la pena scrivere. Nel suo corso "Scrittura Pericolosa", Tom Spanbauer afferma che la vita è troppo preziosa per passarla a scrivere cose insulse, storie convenzionali verso cui non si ha particolare attaccamento. Ci sono molte cose di cui Tom ha parlato, ma ne ricordo solo la metà: l'arte della "manomissione", che non so ben spiegare, ma di cui ho compreso che rappresenta la capacità di guidare il lettore attraverso i momenti del racconto. E la "sous-conversation", che credo indichi il messaggio nascosto oltre l'ovvietà della storia che si narra. Poichè non sono a mio agio a spiegare cose che ho compreso solo a metà, ti rimando ad un prossimo lavoro di Tom che sarà incentrato sul suo seminario e sui concetti che egli insegna. Il titolo del lavoro sarà "Un buco nel cuore", ed egli pianifica di avere una bozza pronta per il giugno del 2006, con una possibile pubblicazione per i primi del 2007. 

Numero 13: 
Un'ennesimo racconto sulle decorazioni di Natale. Quasi tutte le mattine, faccio colazione nello stesso posto, e questa mattina un uomo dipingeva le finestre con decorazioni natalizie. Spazzaneve, fiocchi di neve. Campane. Babbi Natale. E' rimasto sul marciapiede dipingendo nel freddo glaciale, il respiro fumante, alternando rullo e pennelli con varie mani di vernice. All'interno del bar, i clienti ed i baristi lo guardavano mentre passava una mano di rosso e bianco e poi blu sull'esterno dei grandi finestroni. Dietro di lui la pioggia diveniva neve, cadendo lateralmente nel vento. 

I capelli del pittore erano di varie colorazioni di grigio, e la faccia era molle e rugosa come il culo vuoto dei suoi vecchi jeans. Tra un colore e l'altro, si fermava a bere qualcosa da un bicchiere di carta. 

Guardarlo da dentro, mangiando uova e toast, qualcuno ha detto che era triste. Il cliente ha detto che quell'uomo probabilmente era un artista fallito. Probabilmente nella tazza c'era whiskey. Forse aveva uno studio pieno di tele senza importanza ed ora per vivere decorava le vetrate di ristoranti e negozi. Proprio triste triste triste. 

Questo pittore continuava a mettere su colore. Dapprima tutta la neve bianca. Poi prati rossi e verdi. Poi un pò di linee di contorno nere che trasformarono le forme di colore in calze di natale ed alberi.

Un cameriere che portava il caffè ai clienti, disse: "E' così preciso. Vorrei saperlo fare io..."

E anche se noi invidiavamo o avevamo pietà questo tizio nel freddo continuava a dipingere. Aggiungendo dettagli e livelli di colore. E non sono sicuro di quando sia accaduto, ma ad un certo punto non era più lì. Le immagini erano così ricche, riempivano le vetrate benissimo, i colori brillanti. Che fosse un fallito o un eroe. Era sparito chissà dove, e noi tutti eravamo lì ad ammirare il suo lavoro.

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