sabato 20 luglio 2013

Il Soffio Del Drago di Lars Bill Lundholm - Recensione



In un porticciolo dell’isola di Söder, a Stoccolma, una donna fa un’agghiacciante scoperta: dalle acque del canale emerge un cadavere che la fissa con occhi vitrei. Ha i capelli rossi, uno strano tatuaggio a forma di drago sul braccio sinistro e una gamba bloccatada una grossa catena. Chi è? E perché l’assassino ha voluto abbandonare il corpo proprio lì, in una delle aree più trendy e frequentate della città? Tocca al commissario Axel Hake risolvere il mistero. Appassionato scommettitore di cavalli, testardo, imprevedibile e non particolarmente amato dai suoi superiori che l’accusano di avere un problema a relazionarsi con l’autorità (lui giura che si tratti solo di temperamento, e da quando in qua è sbagliato che un poliziotto abbia un carattere forte?), Hake ha ben pochi dati su cui lavorare. Dal momento che l’acqua ha reso il volto del morto grottescamente irriconoscibile e non ci sono documenti d’identità, l’unico elemento utile è l’insolito tatuaggio. Come se non bastasse, alle difficoltà delle ricerche si aggiungono quelle della vita privata del commissario, diviso tra le esigenze dell’irrequieta compagna, della figlioletta di sei anni e della sorella Julia, sempre pronta ad accogliere in casa uomini sbagliati, convinta di poterli curare come gli animali feriti della sua clinica veterinaria nei boschi. Le indagini portano il commissario e la sua squadra – il corpulento Lidman e Tobisson, maniaco della corsa e della sana alimentazione – a battere palmo a palmo la zona di Södermalm e a entrare in contatto con persone di ogni tipo: un ubriacone che vive in un autobus scassato, un ex pugile, due fratelli da poco congedati dalla Legione straniera (che riescono a mettere paura perfino all’impavido Tobisson) e altri loschi individui. Finché Hake non si ritrova faccia a faccia con l’assassino.


a cura di G.L.

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