martedì 15 ottobre 2013

Distruzione. Poema Futurista di Filippo Tommaso Marinetti - Ebook Gratuito

Il 20 febbraio 1909 viene pubblicato sul prestigioso giornale parigino Le Figaro ad opera di Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d'Egitto, 22 dicembre 1876 – Bellagio, 2 dicembre 1944) il Manifesto Del Futurismo seguito nel 1912 dal Manifesto Tecnico Della Letteratura Futurista.
Il primo manifesto ha un carattere prettamente ideologico, in quanto racchiude i princìpi ispiratori del movimento: i futuristi sono contro la tradizione, il moralismo e il femminismo, esaltano, al contrario, il coraggio, l’amore del pericolo, la ribellione, la bellezza della velocità, la guerra, l’abitudine all’energia, la temerità.
Il secondo manifesto elenca, invece, la linea formale futurista in netto contrasto con gli schemi tradizionali: la distruzione della sintassi, l’abolizione degli aggettivi, degli avverbi, della punteggiatura, dell’io nella letteratura, l’uso del verbo all’infinito per dare il senso della continuità della vita e l’elasticità dell’intuizione che la percepisce.
Dopo la fondazione a Milano della rivista Poesia e la pubblicazione del Manifesto del futurismo, Marinetti cominciò una febbrile attività di organizzazione di serate e iniziative futuriste. Dopo la scoppio della Prima Guerra Mondiale, sostenne l’intervento in guerra dell’Italia, si arruolò e fu ferito e decorato. Partecipò anche alla guerra d’Etiopia e alla Seconda Guerra Mondiale in Russia, appoggiando il regime fascista fino alla sua ultima avventura ovvero la Repubblica Sociale di Salò.
Le prime opere di Marinetti – tra cui le raccolte di poesie La Conquête Des Étoiles, Destruction, La Momie Sanglante – sono scritte in francese e mettono in risalto in primis il tentativo di impadronirsi e di riuscire in vari generi letterari, in secundis il legame ben serrato con le tendenze letterarie dell’epoca, quali lo stile liberty, il simbolismo, il decadentismo.
Dopo la pubblicazione del Manifesto, vengono fuori le opere più fortunate di Marinetti, che non sono tanto da ricercare nella poesia, per quanto questa fosse il maggior raccoglitore delle novità futuriste, bensì nelle opere teatrali. Dopo i primi sperimentali tentativi – come Le Roi Bombance – ancorati ad un teatro che si rifà ai modelli grottesco e allegorico, si sviluppa in maniera esacerbata il mito della macchina e della velocità e, di conseguenza, l’esaltazione dell’ingegno e del lavoro contro la banale esistenza borghese. Nasce così la modernissima forma di teatro apprezzabile ad esempio in Teatro Sintetico Futurista. In quest’opera e in quelle future, Marinetti porterà all’estremo le intenzioni futuristiche relative alla scrittura teatrale, in particolare l’abolizione quasi assoluta della parola che porta il teatro dell’assurdo ad assumere le forme di un teatro del silenzio, un teatro in cui non sono più gli attori ad essere animati bensì gli oggetti, dando così risalto più alla materia anziché alla psicologia, in linea proprio all’ideologia futurista della distruzione dell’io nella letteratura e, quindi, della psicologia da sostituire proprio con l’ossessione lirica della materia. Ossessione naturalmente anche al centro della poesia. E si legga, per averne un esempio significativo, la poesia Bombardamento che rappresenta sicuramente in toto la svolta futuristica nell’arte letteraria.
La poesia di Marinetti si nutre delle cose e le loro voci sono riportate in poesia attraverso un uso sconsiderato di onomatopee, non dolci e melodiose, come avveniva nella poesia del Pascoli, ma frastornanti e roboanti, perché bisogna esprimere il dinamismo dell’epoca moderna nelle sue nuove sfaccettature: la macchina, l’industria, la velocità, le città, la guerra.
La raccolta Zang Tumb Tumb è una delle testimonianze più complete della poesia futurista: oltre alle già citate novità, si possono notare le cosiddette parole in libertà distribuite nella pagina utilizzando caratteri tipografici diversi per rendere più evidente al lettore il frastuono della guerra. La produzione letteraria marinettiana è palesemente vasta, eppure sino ad oggi non è stata sufficientemente analizzata e studiata. La motivazione di tale trascuratezza consiste probabilmente nell’idea sufficientemente diffusa che Marinetti e la sua novità futurista abbiano raggiunto eccellenti risultati non solo nel suo ideatore e finanziatore principale, ma anche e soprattutto nell’intero gruppo e movimento futurista, nell’ingegno di Ardengo Soffici, nella parola inarrestabile di Corrado Govoni, nel giocoso e libero verso di Aldo Palazzeschi, nella sovversiva e controversa penna di Giovanni Papini.
Resta comunque indubbio l’apporto del poeta e scrittore futurista alla letteratura italiana e l’influenza che la sua opera ha avuto su importanti letterati del Novecento quali Giuseppe Ungaretti e Luigi Pirandello.



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