Milioni
di farfalle è un libro che fa riflettere sul senso della vita. L’autore, Eben
Alexander, è un neurochirurgo, uno scienziato che non credeva alla vita dopo la
morte; è un medico laico che aveva trascorso la sua carriera cercando di capire
le connessioni fra cervello umano e intelligenza cosciente. Eben, riguardo la
coscienza, era più consapevole della sconcertante improbabilità meccanica che
esistesse come fenomeno indipendente, che addirittura esistesse.
La
maggior parte degli scienziati ritiene che la coscienza umana sia composta da
informazioni digitali cioè dati dello stesso tipo di quelli usati dai computer.
Anche se alcuni frammenti di questi dati, ad esempio un tramonto, possono
apparirci più intensi rispetto ad altri, in realtà questa è solo un’illusione.
Il punto di vista di Eben era quello che aveva studiato riguardo la
neuroscienza moderna e cioè che il cervello dà origine alla coscienza, alla mente,
allo spirito o a tutto ciò che “vogliate
chiamare quell’invisibile e intangibile parte di noi che ci rende veramente
quelli che siamo”.
Un
giorno, Eben venne colpito da un tipo di meningite che nella maggior parte dei
casi provoca in poche ore la morte, ma egli rimase in coma per sette giorni. Durante
questi sette giorni fece uno straordinario viaggio verso il Paradiso ed ebbe
coscienza che lui era il cittadino di un universo stupefacente nella sua
vastità e complessità e interamente governato dall’amore.
La
scoperta, che Eben aveva fatto durante il suo viaggio extracorporeo, era straordinaria:
siamo tutti nella stessa condizione, poiché abbiamo una famiglia altra composta da creature che ci osservano e si
prendono cura di noi e che, se ci apriamo alla loro presenza, queste sono
pronte ad aiutarci a vivere il nostro tempo qui sulla terra. La certezza ora
per Eben è che esiste un Creatore che ci conosce profondamente, si prende cura
di noi e ama ciascuno di noi oltre ogni capacità di comprensione e questa certezza
non deve rimanere un segreto. Eben, dopo il suo risveglio, considerò suo dovere
far sapere a tutti quello che aveva vissuto nei giorni di coma: nel suo viaggio
oltre ad avere conosciuto l’amore, ha capito chi siamo e come siamo collegati
l’uno all’altro che è il vero significato dell’esistenza. Tu sei amato. È l’amore incondizionato del nostro Creatore.
Eben si è reso conto che la coscienza è una realtà
indipendente dal corpo e dal cervello e quindi la conclusione che l’autore ne
trae è quella che noi abbiamo perso il
contatto con il profondo mistero al centro dell’esistenza, la nostra coscienza.
a cura di Luisa Santoro
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