martedì 16 aprile 2013

A Sud Del Confine A Ovest Del Sole di Haruki Murakami - Recensione


Giappone, anni 50. Hajime ha dodici anni e il suo più grande desiderio è essere “normale”. Figlio unico in una società dove nessuno lo è, Hajime si sente messo da parte, diverso dagli altri, e la solitudine è il suo solo rifugio, croce e delizia di giorni lunghi ed interminabili. Ma ciò che sembra un destino già scritto, è designato presto a cambiare quando un giorno entra in classe una nuova compagna:Shimamoto.
La ragazzina è anche lei figlia unica, e ha una leggera zoppia che sembra renderla ancora più unica, ancora più sola. Fra i due nasce un’amicizia intensa, dai toni sfumati nell’affetto, nell’amore: tenendo la mano di Shimamoto, Haijme capisce che la solitudine non è un destino segnato, né una condanna, e che tutto può essere diverso grazie a qualcuno di speciale. E Shimamoto è davvero una persona speciale.
La loro diventa ben presto un’amicizia profonda, fatta di confidenze, musica jazz e domande sul futuro, sull’essere grandi. Le cose sembrano andare per il meglio, fino a quando lei è costretta ad andare via, lontano dal suo amico.
Hajime non ha la lucidità di combattere per vederla ancora, non ne ha la consapevolezza, ma si accontenta di lasciare uno spazio libero nel suo cuore per lei, in attesa che un giorno le cose possano tornare ad essere come un tempo. Ma i mesi passano, e in Hajime la speranza di rivedere Shimamoto diventa sempre più remota, e nel profondo sa che non la rivedrà mai più.
Oggi Hajime ha trentasette anni ed ha conquistato il suo posto nel mondo attraverso esperienze fatte di sofferenza e soddisfazione. È un uomo che molti definirebbero realizzato, con moglie, due figlie e un locale di successo di musica jazz. Ma una sera, proprio nel suo locale, ecco rispuntare dal passato Shimamoto, la sua Shimamoto, e le sue certezze andranno improvvisamente in frantumi.


a cura di G.E.

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